ROCCO NORMANNO (PITTORE -PAINTER)

ROCCO NORMANNO (PITTORE –PAINTER)

Narciso, 2007 -olio su tela

Un caravaggesco vivente, l'ultimo dei caravaggeschi. Giacché Normanno traveste i personaggi delle storie bibliche in abiti contemporanei. E non è all'opera soltanto un virtuoso, ma un nuovo e autentico pittore della realtà. Gli episodi più consueti della iconografia religiosa si rinnovano e rivivono sulla scena della vita quotidiana (Vittorio Sgarbi).

Non poteva sfuggire un artista così talentuoso all’occhio del noto critico d’arte che, nel 2006, gli organizza una personale presso la Galleria Casa dell’arte al Teatro di Piacenza.

Normanno nasce nel 1974 a Taurisano, in provincia di Lecce.

Nel 1993 si trasferisce a Firenze dove, dopo due anni di Giurisprudenza, sceglie di cambiare gli studi e decide di frequentare l’Accademia di Belle Arti.

Accede a quest’ultima dopo aver superato gli esami di ammissione e nel 2003 si diploma con una tesi su ‘’Il Ritratto e la Fisiognomica’’.

Partecipa a prestigiose mostre tra le quali spicca la Biennale di Venezia del 2011.

Nel 2007 partecipa ad “Arte italiana 1968-2007” (Palazzo Reale).

Nel 2015, vince il Premio Pio Alferano col quadro Testa di bue e nel 2017 riceve il premio Eccellenti Pittori Brazzali con Noi, Vittorio Sgarbi.

Fedele alla luce del Merisi, usa però quel tratto geometrico che lo contraddistingue. Come il grande maestro ama giocare col buio e realizza spesso scene su grandi tele, dove lo spettatore si sente coinvolto. Interpreta episodi di cronaca e  di vita quotidiana sotto le spoglie di temi biblici e mitologici. I suoi modelli infatti, non sono frutto di fantasia, ma persone reali, amici o conoscenti.

Normanno, proprio come il Caravaggio, narra il suo tempo e ci incanta.  

L’ARTISTA SI RACCONTA

Come la maggior parte degli artisti, anch’io ho sempre amato disegnare e dipingere ma ho scelto un percorso tortuoso prima di dedicarmi completamente a questa passione.

Dopo il diploma di ragioniere, pensavo di diventare un avvocato così mi sono trasferito a Firenze per frequentare l’università. In realtà anziché stare sui libri visitavo musei e gallerie, finché decisi di cambiare percorso accademico.

Così mi sono impegnato molto e sono riuscito a superato gli esami di ammissione all’Accademia, grazie al mio amico Gianfranco Bonelli, grafico e docente di storia dell’arte.

I primi anni all’Accademia non fui apprezzato da un professore per il mio stile, ma quando presentai le tele “seicentesche”, fui dallo stesso insegnate incoraggiato a proseguire quel cammino che poi mi ha portato ad un’inaspettata notorietà.

Appassionato di storia dell’arte, ho sempre amato Caravaggio, così mi sono divertito ad imitarlo.

Prima di eseguire un’opera metto i modelli in posa e scelgo l’illuminazione. Faccio poi una serie di foto ad alta risoluzione, se poi la composizione non mi convince realizzo un collage di immagini. Passo al disegno e infine ai colori a olio che amo per lo straordinario effetto cromatico.

Lungo il mio percorso artistico ho avuto modo d’incontrare persone meravigliose come importanti collezionisti, modelli pazienti, ottimi allievi e noti critici.

Quando ho avuto l’occasione d’incontrare Vittorio Sgarbi e di mostrargli le mie opere, sono stato preso sotto la sua ala e ho voluto omaggiarlo con una grande tela.

Sono toscano di adozione ma come tutti i meridionali mi manca il Salento, l’unico posto al mondo che, secondo me, possiede la vera luce caravaggesca.

Considero tutte le mie opere delle creature e quindi me ne distacco sempre con fatica.

Per me l’artista oltre alla capacità tecnica deve riuscire a trasmettere emozioni, solo così diventa immortale.  

San Gerolamo nello studio, 2009 - olio su tela

Tossica,  2009- olio su tela

   

Testa di bue, 2015- olio su tela  

Noi, Vittorio Sgarbi,  2016 - olio su tela 

Chi Lavora con le Mani è un operaio, Chi Lavora con le Mani e la Testa è un artigiano, Chi Lavora con le Mani, la Testa e il cuore è un Artista (S. Francesco D’Assisi)

 

Curato da Alessandra Bartomioli

 

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