PIERO MEOGROSSi (ARCHITETTO-ARCHITECT)
PIERO MEOGROSSI (ARCHITETTO- ARCHITECT)
“Solo a Roma ci si può preparare a comprendere Roma” scriveva Goethe, una frase che calza alla perfezione con i singolari studi sulla città eterna svolti da oltre quarant’ anni, dall’architetto Piero Meogrossi.
Nato a Torrita di Siena nel 1946, dopo gli studi scientifici,
si laurea a Roma nel 1975 ed opera professionalmente già durante gli anni
universitari lavorando col suo maestro, l’architetto Luigi Pellegrini.
Assecondando la sua innata passione per il disegno affianca, come
aiuto scenografo, il regista teatrale Luciano Damiani.
Nel 1980 interrompe la professione di architetto e si
trasferisce a Venezia, dove lavora nella Soprintendenza dei Beni Architettonici.
Torna poi a Roma presso la Soprintendenza Archeologica, trattenendosi fino al 2011.
Nella capitale si occupa di numerosi progetti e restauri
monumentali, tra i quali il Palatino, i Fori e l’Appia
Antica; in particolare è direttore tecnico al Colosseo dove realizza opere
funzionali nel monumento e nell’area circostante.
Durante il corso degli anni ha partecipato come architetto progettista
a concorsi nazionali ed internazionali, ricevendo diversi premi. Ha svolto
numerosi corsi di formazione e conferenze presso istituti e facoltà universitarie
in Italia ed all’estero.
Autore di vari saggi, persegue da anni la divulgazione delle
proprie scoperte, legate tutte alla fondazione di Roma.
L’indagine topografica, narrata attraverso ricostruzioni
documentarie e disegni apparentemente visionari, evidenzia l’asse invisibile del
Cielo e quello visibile sulla terra, identificabile con via del Corso. Si
tratta di due linee che formano così una Croce
topografica Romana che s’interseca nel centro del Colosseo.
I suoi disegni ricordano le incisioni del Piranesi e le sue opere
sembrano dei Mandala ma in realtà nascondono i misteri di Roma.
L’ARCHITETTO SI RACCONTA
Ho sempre amato disegnare ma specialmente studiare, ero un bambino quando lessi l’enciclopedia di archeologia (del Mondo Antico) della Treccani...
Dopo la facoltà di architettura ho lavorato nei Beni
Culturali e per anni ho condotto studi e scoperte sulla Forma Urbis Romae
(Forma della città di Roma).
La prima volta che illustrai la mia ricerca topografica fu nella
mostra personale del 1987, alla quale seguirono numerosi convegni e saggi su
riviste specializzate.
La mia teoria riguarda la pianta nascosta dell’antica Roma,
in base alla quale, la collocazione topografica dei principali monumenti riflette
l’allineamento dei pianeti del 21 aprile 753 a.C., data della fondazione. Così le antiche capacità di misurare la natura con le leggi ereditate dagli esploratori Micenei
approdati in Italia per fondare Roma, avrebbero saputo come tracciare una
topografia visibile e invisibile eppure funzionale alla sopravvivenza.
Non si tratta di una semplice teoria ma è il risultato di un
lunghissimo studio di calcoli, valutazioni, riscontri archeologici e disegni inediti
della Forma Urbis. Ho riprodotto l’asse invisibile (AXIS) che attraversa
Roma con disegni e specifiche installazioni che rappresentano un significativo
equilibrio fra terra e cielo.
E’ proprio questo che volle insegnare il dio Marte al figlio
Romolo nel momento di fondare la città eterna, ma poi è stato dimenticato..-
Si giunge alla conoscenza dell’antica saggezza solo
sbrogliando questa matassa articolata.
Per gioco provo a farmi chiamare Archeo-tetto, rivolgendomi a chi non comprende le mie competenze attraverso
il restauro archeologico riletto sulla base delle esperienze sul paesaggio
antico.
Credo che i segreti dell’universo non sono tali se vogliamo
davvero comprenderli…
PIERO MEOGROSSI (ARCHITECT)
"Only in Rome can we prepare ourselves to understand Rome," Goethe wrote, a phrase that perfectly fits the unique studies about the Eternal City carried out for over forty years, by the architect Piero Meogrossi.
Born in Torrita di Siena in 1946, after his scientific studies, he graduated in Rome in 1975 and worked professionally during his university years with his master, the architect Luigi Pellegrini.
Following his innate passion for drawing, he joined the theatre director Luciano Damiani as an assistant set designer.
In 1980 he left his job as an architect and moved to Venice, where he worked in the Superintendence of Architectural Heritage. He then returned to Rome and joined the Archaeological Superintendence, staying there until 2011.
In the Capital he deals with numerous monumental projects and restorations, among them the Palatine, the Forums, and the Ancient Appia; in particular, he is the technical director in the Colosseum, where he creates functional works in the monument and in the surrounding area.
Over the years he has participated as a designer architect in national and international competitions, receiving several awards. He has conducted numerous training courses and conferences at university institutions and faculties in Italy and abroad.
Author of several essays, he has been pursuing for years the dissemination of his discoveries, all linked to the foundation of Rome.
The topographical survey, narrated through documentary reconstructions and seemingly visionary drawings, highlights the invisible axis of Heaven and the one visible on earth, identifiable in Via del Corso. These are two lines that form a Roman topographical cross that intersects in the center of the Colosseum.
His drawings recall the engravings of Piranesi and his works look like Mandala but in reality, they hide the mysteries of Rome.
THE ARCHITECT SPEAKS ABOUT HIMSELF
I have always
loved to draw but especially to study, I was just a child when I read the
encyclopedia of archaeology (of the Ancient World) of Treccani...
After the
faculty of architecture, I worked in Cultural Heritage and for years I have
been conducting studies and discoveries on the Form Urbis Romae (Form of the
City of Rome).
The first
time I illustrated my topographical research was in the 1987 solo exhibition,
which was followed by numerous conferences and essays published in specialized
journals.
My theory
concerns the hidden plant of ancient Rome, according to which, the
topographical placement of the main monuments reflects the alignment of the
planets of April 21, 753 BC, the date of its founding. Thus the ancient abilities to measure nature with the laws inherited from the Mycenaean explorers who
landed in Italy to found Rome, would have known how to trace a visible and
invisible topography yet functional to survival.
This is not a
simple theory but it’s the result of a very long study of calculations,
evaluations, archaeological findings and unpublished drawings of the Urbis
Form. I reproduced the invisible axis (AXIS) that crosses Rome in drawings and
in specific installations that represent a significant balance between earth
and sky.
This is
precisely what he wanted to teach the god Mars to his son Romulus at the time
of founding the eternal city, but then it was forgotten. -
We come to
the knowledge of ancient wisdom only by unraveling this articulated slash.
For fun I try
to call myself Archeo-tect addressing those who do not understand my skills
through the archaeological restoration reread based on experiences on the
ancient landscape.
I believe that the secrets of the universe are not such, if we really want to understand them...
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