OTELLO SCATOLINI (SCULTORE)

    OTELLO SCATOLINI (SCULTORE)
Porta della bellezza   Via dei Lucani, Roma 2020, resina poliestere

È irresistibile il fascino della lavorazione del marmo soprattutto agli occhi di un bambino che vede nascere, sotto i propri occhi, opere sorprendenti.  È accaduto ad Otello Scatolini, romano, classe 1964, che osserva ed impara i primi rudimenti della tecnica scultorea nella bottega del padre Livio.

L’artista, dopo il diploma al Liceo Artistico, si laurea all’Accademia di Belle Arti, dove incontra tra i docenti i celebri scultori Emilio Greco e Venanzo Crocetti.

 A ventisette anni riceve la prima committenza scenografica per il “Don Giovanni”, che darà inizio ad una collaborazione teatrale che continua tuttora.
Conosce e collabora con illustri artisti come Enzo Cucchi, Francesco Clemente e Mario Schifano.
Nel 1995 realizza la prima opera pubblica, la scultura di marmo “l’Anima” posta nel Cimitero di Prima Porta.
Espone in mostre collettive e personali in Italia e all’estero ed inizia a ricevere numerosi riconoscimenti.
Dal 2008 al 2016 è stato presidente ed ora vicepresidente dell’Università dei Marmorari di Roma dove insegna ai giovani l’antica tradizione del proprio lavoro.

L’artista lavora il marmo con la stessa tecnica dei grandi scultori partendo dal bozzetto e, passando per il bozzettone, giunge fino alla realizzazione.
Le sue opere ricordano più stili, oscillano dall’arte preistorica alle istallazioni contemporanee con risultati unici e originali.
La conoscenza di varie tecniche gli consentono l’uso di diversi materiali come marmo, creta, polistirolo, gesso o resina.

Lavora senza sosta nella bottega di San Lorenzo dove all’ingresso è “la Porta della Bellezza” realizzata in memoria della giovane Desirèe Mariottini, brutalmente uccisa nel 2018. Ad accogliere i visitatori sono le statue di Platone ed Aristotele, ispirate alla Scuola di Atene di Raffaello, che sono lì per ricordarci di riflettere sul mistero della vita, attraverso la filosofia e l’arte.

L’ARTISTA SI RACCONTA



Studio dell'artista con il  Dialogo, 2017, resine e terre 

Fare lo scultore è un modo di essere, un modo di vivere.
Sono figlio d’arte e all’età di 11 anni ho iniziando a lavorare come assistente scultore, per le scenografie che mio padre realizzava con noti registi.
Nella bottega ho imparato tutti i segreti della scultura in marmo, dall’abbozzatura alla rifinitura, dall’invecchiamento alla patina.

Confesso che è un lavoro duro ma gratificante per il quale occorre pratica, pazienza, precisione ma soprattutto passione.
Ricordo che all’età di 12 anni scrissi su un biglietto “Qui visse in gioventù il famoso scultore Otello Scatolini” e lo nascosi nel battiscopa di casa. Il biglietto restò nel ripostiglio segreto un anno, ma lo strappai quando seppi che mio papà voleva fare i lavori di ristrutturazione. Ero un bambino ma con le idee chiare, l’Universo aveva già disegnato il mio percorso.

Avevo 17 anni quando, nella bottega paterna, ebbi l’idea di immergere uno straccio nel gesso liquido per poi creare un drappeggio, fu allora che capii la mia strada.

Sono convinto di essere uno strumento di Dio che mi guida nel processo creativo. Credo che senza quella scintilla divina, che trovo attraverso la meditazione, sarei solo un bravo artigiano.
Quando lavoro il marmo inizio a dialogare con l’opera che lentamente prende forma, indubbiamente è faticoso ma emozionante.
Utilizzo tecniche e materiali diversi ma quel processo creativo non finisce mai.
Penso che l’arte sia capire di far parte del Tutto. 

Testa di cavallo 1982, marmo


2014 resina e legno


Grida e Sussurri 2012, marmo e resina


Assenza Morra De Sanctis, Avellino 2016 , scolpito a mano su breccia irpina

Chi Lavora con le Mani è un operaio , Chi Lavora con le Mani e la Testa è un artigiano, Chi Lavora con le Mani, la Testa e il cuore è un Artista (S. Francesco D’Assisi)

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