MARCO TRAVAGLINI (ARCHITETTO)
MARCO TRAVAGLINI
(ARCHITETTO)
“Lavoro con le mani e con il cuore” Marco Travaglini
Curato da Alessandra Bartomioli
Plastico di Amatrice 2018, padiglione Don Minozzi, Amatrice |
Per fare l’architetto nella nostra era non solo serve
un’ottima preparazione ma bisogna distinguersi.
Marco Travaglini nato a Roma nel 1953, dopo il diploma di
perito industriale, s'iscrive alla facoltà di architettura e nel frattempo fornisce un
supporto grafico per una società di progettazione.
Alcuni anni dopo la laurea insegna all’università “modellistica
della progettazione”.
Inizia una ricca attività professionale: esegue numerosi
progetti, realizza modelli, plastici architettonici, archeologici,
tecnologici, didattici e divulgativi. Lavora per enti pubblici, musei nazionali, soprintendenze archeologiche e collabora per eventi culturali di valorizzazione di siti archeologici
Entra così a far parte di una cerchia di professionisti e
collabora con noti architetti.
Una vita frenetica e ricca d’impegni finché non viene
coinvolto in un progetto che lo travolge emotivamente…
L’ ARCHITETTO SI RACCONTA
Tra le numerose committenze la più significativa è stata la realizzazione del plastico di Amatrice, progetto di pianificazione per la ricostruzione dell’antico borgo, distrutto dal sisma del 24 agosto 2016.
Quand’ero docente alla facoltà di architettura, conobbi Alessandro Viscogliosi, architetto, storico dell’arte e docente di storia dell’architettura antica e medievale alla Sapienza. Il professore è stato l’autore di numerose pubblicazioni e ha realizzato, insieme ad alcuni studenti, la mappatura di Amatrice prima del terremoto. Lo studio, finalizzato ad una pubblicazione, è servito per la costruzione del plastico.
Tra le numerose committenze la più significativa è stata la realizzazione del plastico di Amatrice, progetto di pianificazione per la ricostruzione dell’antico borgo, distrutto dal sisma del 24 agosto 2016.
Quand’ero docente alla facoltà di architettura, conobbi Alessandro Viscogliosi, architetto, storico dell’arte e docente di storia dell’architettura antica e medievale alla Sapienza. Il professore è stato l’autore di numerose pubblicazioni e ha realizzato, insieme ad alcuni studenti, la mappatura di Amatrice prima del terremoto. Lo studio, finalizzato ad una pubblicazione, è servito per la costruzione del plastico.
Così insieme ad una squadra di artigiani, studiosi, tecnici
dell’Officina Materia e Forma, abbiamo riprodotto fedelmente la città come si presentava nella prima metà
del Novecento, in scala 1:100, impiegando materiali plastici e resine.
Il lavoro durato sei mesi, è stato fatto su iniziativa del
Comune di Amatrice finanziato dalla Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, l'Associazione
Horto Culturale e sostenuto da Intesa Sanpaolo. Una
volta terminata l’impresa non c’era un posto per la presentazione, quindi è
stato esposto nel mio ufficio, il luogo dov’era nato, che è stato trasformato
per l’occasione in sede di rappresentanza.
Era Il 18 maggio 2018, quando il sindaco Filippo Palombini
disse: “questo di oggi è un grande punto di partenza”. C’è stato un via vai di
politici, ma soprattutto di tante persone che non vedevano un plastico ma la
loro adorata cittadina ricca di ricordi. Non ero più un architetto ma un amico
al quale confidare la vita, e raccontare un’esperienza dolorosa.
In quella settimana il modello tridimensionale aveva preso vita e mi sembrava di camminare tra i
vicoli del borgo, dove la gente mi indicava luoghi familiari.
Dopo alcuni mesi, era il 28 novembre, il plastico (lungo sei
metri e largo quattro), è stato collocato nel padiglione donato da Enrico
Brignano nel Parco Don Minozzi, dov’è esposto tuttora.
Non è stata solo un’esperienza lavorativa, ma un’avventura
che mi ha arricchito.
Faccio questo lavoro da circa trentacinque anni e sono
contento di fare ciò che mi piace, ma questa è la prima volta che mi sono
emozionato lavorando.
Curato da Alessandra Bartomioli
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